La riforma della Pubblica
Amministrazione prevista dalla legge Madia preannunciava, tra le altre
cose, l'abolizione del Pubblico Registro Automobilistico (PRA), ente istituito
nel 1927.
Dell'argomento si è parlato a
lungo negli scorsi mesi, ma il quadro che ne emerge oggi è piuttosto diverso da
quanto ci si aspettava: prima di
tutto il PRA non verrà immediatamente abolito, ma per il momento subirà
delle variazioni significative. Resterà una struttura separata dalla Motorizzazione
– sebbene definibile ora come una sua “derivazione” – con propri dipendenti;
anche le banche dati rimarranno distinte (così come il personale interno) e gli
uffici non subiranno variazioni.
Ad essere aboliti saranno invece certificato di proprietà e libretto di circolazione, che si fonderanno in un nuovo attestato: il documento unico di circolazione, che certificherà anche la proprietà di autocarri, automobili, motocicli e affini. Ovviamente non muterà lo status giuridico dei beni mobili registrati: auto e moto continueranno ad essere assoggettabili ad ipoteca ed al fermo di Equitalia (che si trasferisce nel caso di passaggio di proprietà), nonché alla dichiarazione di vendita in caso di veicoli nuovi e all'atto di vendita per quelli usati.
In attesa di maggiori
dettagli sulle concrete modalità di attuazione della riforma gli utenti devono
soltanto sapere che il PRA resterà gestito dall’ACI
e rimarrà sotto la vigilanza territoriale delle Procure generali e di quelle
della Repubblica, mentre la Motorizzazione entrerà nel controllo del suo
sistema informatico. Quanto all'aspetto economico verrà invece abolita l’imposta di bollo sul
certificato di proprietà (in quanto soppresso) e saranno limitati i compensi
percepiti dal PRA, con un risparmio per gli utenti di 39 euro ad ogni
passaggio di proprietà o immatricolazione dell’auto.
Avv. Giovanna Richini
Avv. Giovanna Richini
Consulente
legale presso il Nostalgia Club