lunedì 27 febbraio 2017

L'avvocato risponde: "Abolizione del PRA? Facciamo chiarezza"

La riforma della Pubblica Amministrazione prevista dalla legge Madia preannunciava, tra le altre cose, l'abolizione del Pubblico Registro Automobilistico (PRA), ente istituito nel 1927.


Dell'argomento si è parlato a lungo negli scorsi mesi, ma il quadro che ne emerge oggi è piuttosto diverso da quanto ci si aspettava: prima di tutto il PRA non verrà immediatamente abolito, ma per il momento subirà delle variazioni significative. Resterà una struttura separata dalla Motorizzazione – sebbene definibile ora come una sua “derivazione” – con propri dipendenti; anche le banche dati rimarranno distinte (così come il personale interno) e gli uffici non subiranno variazioni.       
 
Ad essere aboliti saranno invece certificato di proprietà e libretto di circolazione, che si fonderanno in un nuovo attestato: il documento unico di circolazione, che certificherà anche la proprietà di autocarri, automobili, motocicli e affini. Ovviamente non muterà lo status giuridico dei beni mobili registrati: auto e moto continueranno ad essere assoggettabili ad ipoteca ed al fermo di Equitalia (che si trasferisce nel caso di passaggio di proprietà), nonché alla dichiarazione di vendita in caso di veicoli nuovi e all'atto di vendita per quelli usati.

In attesa di maggiori dettagli sulle concrete modalità di attuazione della riforma gli utenti devono soltanto sapere che il PRA resterà gestito dall’ACI e rimarrà sotto la vigilanza territoriale delle Procure generali e di quelle della Repubblica, mentre la Motorizzazione entrerà nel controllo del suo sistema informatico. Quanto all'aspetto economico verrà invece abolita l’imposta di bollo sul certificato di proprietà (in quanto soppresso) e saranno limitati i compensi percepiti dal PRA, con un risparmio per gli utenti di 39 euro ad ogni passaggio di proprietà o immatricolazione dell’auto.      

Avv. Giovanna Richini
Consulente legale presso il Nostalgia Club      

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